Messaggio al termine del XXII Congresso Mondiale dell’Apostolato del Mare
dal sito:
http://www.zenit.org/article-11327?l=italian
Messaggio al termine del XXII Congresso Mondiale dell’Apostolato del Mare
Testimoni di speranza per un umanesimo cristiano nel mondo marittimo
CITTA’ DEL VATICANO, artedì, 3 luglio 2007 (ZENIT.org).- Pubblichiamo di seguito il Messaggio diffuso dal Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti al termine del XXII Congresso Mondiale dell’Apostolato del Mare, tenutosi a Gdynia (Polonia) dal 24 al 29 giugno 2007, sul tema: In solidarietà con
la Gente del Mare, testimoni di speranza con
la Parola di Dio,
la Liturgia e
la Diaconia.
* * *
Oggi, 29 giugno 2007, festa degli Apostoli Pietro e Paolo, naviganti del Vangelo, noi, membri dell’Apostolato del Mare, riuniti a Gdynia (Polonia) sul Mar Baltico, per il nostro XXII Congresso Mondiale, organizzato dal Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, ci rivolgiamo a voi, popolo del mare, comunita’ costiere e professionisti del mare, per inviarvi un messaggio di solidarieta’.
Il tema del nostro Congresso e’ stato In solidarieta’ con la gente di Mare, testimoni di speranza attraverso la parola di Dio,
la Liturgia e
la Diaconia.
Noi conosciamo e denunciamo assieme a voi l’esistenza di numerose situazioni disumane che continuano a persistere nel mondo: esseri umani che subiscono ancora grandi ingiustizie, sofferenze indicibili e morti disumane.
Sappiamo anche, pero’, che molti di voi vivono valori autentici di solidarieta’ e coraggio e che, sulle navi, ci sono relazioni amichevoli tra persone di culture e religioni differenti.
Sappiamo anche che le nuove tecnologie vi aiutano a comunicare meglio con le vostre famiglie, tra di voi e con l’opinione pubblica. Siamo riconoscenti alle istituzioni che le mettono a vostra disposizione e vi insegnano ad utilizzarle. Non potervi accedere o non sapersene servire contribuisce ad allargare il fossato che separa coloro che sanno da coloro che non sanno, cioe’ i poveri di sempre. In effetti, talune imprese utilizzano queste tecnologie per sottoporvi a ritmi di lavoro da robot, a detrimento del vostro equilibrio umano, familiare e spirituale.
Per queste ragioni, ed altre ancora, vogliamo essere solidali con voi come testimoni di speranza.
La Chiesa e’ consapevole di essere quella fragile imbarcazione su cui naviga la speranza, che non e’ soltanto una parola, un’idea, o un sogno. Come cristiani noi crediamo, in effetti, che essa e’ quel Qualcuno che ha un nome e un volto, Gesu’ Salvatore, Speranza del mondo.
· Volto umano dell’amore di Dio, Egli fa di noi i messaggeri della sua gioia;
· Figlio di Dio, Egli ci conduce verso il Padre che ci insegna ad amare come nostro Padre e ad adorare come nostro solo Dio;
· Condividendo le nostre pene e le nostre poverta’, Egli ci indirizza verso i piu’ diseredati, come loro servitori, testimoni del suo amore.
Cosi’, in questi tre modi ispirati dal Suo Spirito, Egli ci spinge a promuovere un umanesimo marittimo vivificato dalla Speranza cristiana. Attraverso di essa, non si tratta di raggiungere unicamente un obiettivo, ma di vivere una vita veramente umana, come Dio l’ha voluta per noi che siamo stati creati a sua immagine.
· Attraverso questa Speranza, Egli ci chiede di parlare con parole che siano azioni, come ricorda – sull’esempio di San Giovanni – Papa Benedetto XII nella sua Enciclica Deus Caritas Est. In concreto, cio’ significa che il Signore non ci chiede di essere soltanto la voce di coloro che non hanno voce, attraverso naturalmente le nostre organizzazioni professionali, ma di essere
la Sua Parola, che vive e si ripercuote, attraverso di noi, nel mondo marittimo, il vostro-nostro mondo,
La Parola di Dio e’ messaggero della Sua presenza confortante e testimone del mondo che verra’, il mondo che costruiamo insieme e che sara’ altresi’ un dono di Dio,
la Gerusalemme celeste.
· Mediante
la Speranza cristiana, Cristo ci chiede di rivolgerci a Dio come spesso facciamo di fronte all’immensita’ del mare, alla sua violenza e al suo splendore. Egli ci chiede di adorare il Creatore, di rispettare il creato, di voltare le spalle ai falsi idoli, di celebrare quel Dio che ci ha fatti per Lui e che ha impresso nei nostri cuori il sigillo dell’infinito, quel Dio che ci da’, nell’Eucarestia, la sua presenza reale e, nella Liturgia, segni forti di speranza, gioia e nuovo vigore.
· Infine, attraverso
la Speranza cristiana, Cristo, Sacerdote e Diacono, ci chiede di servire la gente del mare laddove siamo presenti, presso le pubbliche istanze, i diversi responsabili e le comunita’ cristiane, affinche’ non voltino le spalle al mare ma prestino attenzione a coloro che vivono sul mare e del mare.
Di qui la nostra gioia, dopo il Congresso Mondiale di Rio de Janeiro, del 2002, per la creazione del « Comitato Internazionale della Pesca dell’A.M. » e dell’approvazione, il 14 giugno 2007, della nuova Convenzione sulla Pesca a favore dei pescatori.
Richiamiamo la vostra attenzione, in questa occasione, su due pubblicazioni della Chiesa: il Compendio della Dottrina Sociale e il Manuale dell’Apostolato del Mare, grandemente utili per la formazione.
Per concludere, vogliamo ringraziare tutti gli operatori pastorali, i sacerdoti, i religiosi e le religiose, i diaconi, i laici e i volontari che, in una maniera o nell’altra, partecipano alla vitalita’ dell’Apostolato del Mare. Conosciamo i buoni risuoltati, in numerosi luoghi, di una collaborazione ecumenica lealmente vissuta, e di un dialogo interreligioso che nasce, in concreto, sul terreno, a bordo, e nei centri di accoglienza.
Nonostante gli ostacoli, le difficolta’ e i problemi che tutti sperimentiamo, restiamo nell’azione di grazia con Maria Stella Maris, per il nostro Apostolato del Mare che cerca, nonostante venti e maree, di promuovere quell’umanesimo marittimo che, grazie alla Parola di Dio, alla Liturgia e al Sevizio, in special modo per i poveri, fa di noi dei testimoni di speranza, in solidarieta’ con la gente del mare.

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