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La Chiesa chiede l’accompagnamento e il rispetto della dignità dei “clochard”
Ribadisce il Pontificio Consiglio per
la Pastorale dei Migranti e gli Itineranti
CITTA’ DEL VATICANO, mercoledì, 20 giugno 2007 (ZENIT.org).- I “clochard” – una moltitudine “senza nome e senza voce” – meritano come ogni persona rispetto per la loro dignità, qualunque sia la situazione morale o personale in cui si trovano, ha segnalato il Pontificio Consiglio per
la Pastorale dei Migranti e gli Itineranti.
Il Dicastero ha presentato questo martedì – attraverso il suo Presidente, il Cardinale Renato Martino, e il suo Segretario, l’Arcivescovo Agostino Marchetto –, gli “Orientamenti per
la Pastorale della Strada”, documento che intende rispondere alla rivitalizzazione di questa pastorale nel contesto generale della mobilità umana e di quanti vivono in strada.
“Vivere per strada – è importante saperlo –, contrariamente a quanto spesso si ritiene, non è sempre una scelta”; si tratta di una vita “dura e pericolosa, è una lotta quotidiana per la sopravvivenza”; “chi è senza casa vive infatti una condizione di grande vulnerabilità perché è costretto a dipendere dagli altri, anche solo per i bisogni primari, ed è esposto alle aggressioni, al freddo, all’umiliazione di esser cacciato come indesiderato”, sostengono gli Orientamenti.
Come ha ricordato l’Arcivescovo Marchetto presentando il documento, i “clochard” “rappresentano uno dei tanti volti della povertà nel mondo di oggi”.
“Possono essere persone costrette a vivere in strada perché non hanno un tetto sotto il quale ripararsi, stranieri immigrati che talvolta, pur avendo un lavoro, non hanno un luogo in cui vivere, oppure anziani senza domicilio, o ancora persone giovani che hanno scelto di vivere così”, ha affermato.
“Generalmente chi abita per strada è guardato con diffidenza e sospetto, e il fatto di non avere una casa è l’inizio di una perdita progressiva di diritti”.
In questo modo diventano “una moltitudine di persone senza nome e senza voce, incapaci di difendersi e di trovare le risorse per migliorare il proprio futuro”, ma “sono comunque persone con la propria dignità, da rispettare”, ha ricordato.
Gli Orientamenti dedicano una delle loro quattro parti alla “Pastorale per i senza fissa dimora”; “
la Chiesa, con la sua opzione preferenziale, né esclusiva, né escludente, per i poveri e i bisognosi, incoraggia i cristiani ad accompagnare e servire queste persone, qualunque sia la situazione morale o personale nella quale esse si trovino”, ha sintetizzato l’Arcivescovo Marchetto.
Consapevole del fatto che sono state già avviate risposte pastorali – di parrocchie, organizzazioni cattoliche, movimenti ecclesiali e nuove comunità – nei confronti di queste persone, il presule ha, tuttavia, sottolineato che in questo campo c’è ancora molto da fare.
Negli Orientamenti si loda quanti vanno incontro a questi fratelli e a queste sorelle bisognosi, un incontro che “crea una rete di amicizia e di sostegno, dando luogo a generose iniziative di solidarietà”.
“Si sono creati anche centri di accoglienza” che offrono risposte molteplici ai “senza tetto”: “informazione e consulenza, distribuzione di generi alimentari e di vestiario, con possibilità di pulizia personale e di ambulatorio medico”, ricorda il documento.
Il testo chiede di prestare anche attenzione alla situazione delle persone “senza tetto” che spesso “perdono la possibilità di usufruire dei servizi pubblici perché, a causa della loro situazione, non hanno più una residenza anagrafica e non possiedono più documenti di identità”.
“Questa condizione di ‘morte anagrafica’ va combattuta cercando”, con le autorità competenti, “di stabilire la residenza” di queste persone, ad esempio “presso una comunità di assistenza o il centro di accoglienza”, suggeriscono gli Orientamenti.
Monsignor Marchetto ha spiegato che “l’attenzione alla dignità e alla persona dell’altro si esprime nel modo di accoglierlo, di servirlo, nella cura dell’ambiente dove si offre da mangiare, nell’atteggiamento gentile dei volontari e degli operatori pastorali”.
Il Pontificio Consiglio per
la Pastorale dei Migranti e gli Itineranti ha programmato, per il novembre prossimo, il I Incontro Internazionale di Pastorale per i senza tetto, per riflettere sulle condizioni di povertà, abbandono e pericolo in cui si trovano le persone che vivono in strada, soprattutto nelle grandi città.
Con gli Orientamenti, il Dicastero si sforza soprattutto perché si intraprenda, dove non esiste, e si rafforzi dove è già operante una pastorale specifica di presenza, accoglienza e accompagnamento che dia risposta a necessità specifiche sensibilizzando Vescovi e diocesi, associazioni cattoliche, movimenti ecclesiali e nuove comunità, e tutti quanti vogliono accogliere questo messaggio, ha concluso l’Arcivescovo Marchetto.