Il Papa all’Angelus del Corpus Domini invita all’adorazione eucaristica per riscoprire nel silenzio che Dio è vicino. Nuovo appello in favore di tutti i sequestrati del mondo
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Il Papa all’Angelus del Corpus Domini invita all’adorazione eucaristica per riscoprire nel silenzio che Dio è vicino. Nuovo appello in favore di tutti i sequestrati del mondo
Oggi in Italia e in altri Paesi la Chiesa festeggia la solennità del Corpus Domini. E il Papa all’Angelus in Piazza San Pietro ha colto l’occasione per ribadire il suo invito alla pratica dell’adorazione eucaristica. Un’esperienza di silenzio interiore nel rumore dispersivo della nostra vita quotidiana – ha detto – per riscoprire in compagnia di Gesù che Dio ci è vicino. Dopo l’Angelus ha lanciato un nuovo appello in favore dei sequestrati di tutto il mondo, tra cui anche diversi sacerdoti cattolici. Oltre 50 mila i pellegrini presenti in una Piazza San Pietro inondata di sole. Il servizio di Sergio Centofanti. La solennità del Corpus Domini – sottolinea il Papa – “ci invita a contemplare il sommo Mistero della nostra fede: la Santissima Eucaristia, reale presenza del Signore Gesù Cristo nel Sacramento dell’altare”. Sacrificio eucaristico rinnovato dal sacerdote nella preghiera di consacrazione allorchè ripete: “Questo è il mio corpo… questo è il mio sangue”: “Lo dice prestando la voce, le mani e il cuore a Cristo, che ha voluto restare con noi ed essere il cuore pulsante della Chiesa. Ma anche dopo la Celebrazione dei divini misteri il Signore Gesù resta vivo nel tabernacolo; per questo a Lui viene resa lode specialmente con l’adorazione eucaristica, come ho voluto ricordare nella recente Esortazione apostolica post-sinodale Sacramentum caritatis”. Benedetto XVI ribadisce che “esiste un legame intrinseco tra la celebrazione e l’adorazione. La Santa Messa infatti è in se stessa il più grande atto di adorazione della Chiesa” e come dice Sant’Agostino: “Nessuno mangia questa carne se prima non l’ha adorata”. “L’adorazione al di fuori della Santa Messa – dunque – prolunga e intensifica quanto è avvenuto nella celebrazione liturgica, e rende possibile un’accoglienza vera e profonda di Cristo”. Per questo il Papa raccomanda “vivamente ai Pastori e a tutti i fedeli la pratica dell’adorazione eucaristica” esprimendo il suo “apprezzamento agli Istituti di Vita Consacrata, come pure alle associazioni e confraternite che vi si dedicano in modo speciale” perché in questo modo “offrono a tutti un richiamo alla centralità di Cristo nella nostra vita personale ed ecclesiale”: “Mi rallegro poi nel constatare che molti giovani stanno scoprendo la bellezza dell’adorazione, sia personale che comunitaria. Invito i sacerdoti a incoraggiare in questo i gruppi giovanili, ma anche a seguirli affinché le forme dell’adorazione comunitaria siano sempre appropriate e dignitose, con adeguati tempi di silenzio e di ascolto della Parola di Dio. Nella vita di oggi, spesso rumorosa e dispersiva, è più che mai importante recuperare la capacità di silenzio interiore e di raccoglimento: l’adorazione eucaristica permette di farlo non solo intorno all’’io’, bensì in compagnia di quel ‘Tu’ pieno d’amore che è Gesù Cristo, ‘il Dio a noi vicino’”. La Vergine Maria, Donna eucaristica – ha proseguito il Papa – ci introduca nel segreto della vera adorazione” con l’esempio del “suo cuore, umile e semplice … sempre raccolto intorno al mistero di Gesù”: “Per sua intercessione, cresca in tutta la Chiesa la fede nel Mistero eucaristico, la gioia di partecipare alla santa Messa, specialmente domenicale, e lo slancio per testimoniare l’immensa carità di Cristo”. Dopo l’Angelus il Papa ha lanciato nuovamente un appello per i sequestrati di tutto il mondo rivelando che gli giungono di frequente richieste di interessamento nei confronti di persone rapite, tra le quali anche sacerdoti cattolici: “Porto tutti nel cuore e tutti tengo presenti nella mia preghiera, pensando, tra gli altri casi, a quello doloroso della Colombia. Rivolgo il mio accorato appello agli autori di tali atti esecrabili, affinché prendano coscienza del male compiuto e restituiscano al più presto all’affetto dei loro cari quanti tengono prigionieri. Affido le vittime alla materna protezione di Maria Santissima, Madre di tutti gli uomini”. |

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