Le reazioni alle affermazioni del Papa sul mondo indigeno sono decontestualizzate
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Data pubblicazione: 2007-05-22 Le reazioni alle affermazioni del Papa sul mondo indigeno sono decontestualizzate
APARECIDA, martedì, 22 maggio 2007 (ZENIT.org).- Il Cardinale Julio Terrazas Sandoval, CSSR, Arcivescovo di Santa Cruz de
la Sierra (Bolivia), ha spiegato questo martedì che le reazioni alle parole del Papa sul mondo indigeno nel corso del suo recente viaggio in Brasile nascono dalla mancanza di conoscenza del discorso del Pontefice e del suo contesto.“Ciò che il Santo Padre ha detto sul mondo indigeno ha suscitato molte reazioni. Questo è normale soprattutto quando non si legge tutto il documento”, ha detto il Cardinale in un incontro con la stampa nel santuario di Aparecida.
Autorità latinoamericane e leader sociali e indigeni hanno criticato negli ultimi giorni la frase tratta dal discorso del Papa all’apertura delle Conferenza di Aparecida che afferma che “l’annuncio di Gesù e del suo Vangelo non comportò, in nessun momento, un’alienazione delle culture precolombiane, né fu un’imposizione di una cultura straniera”.
Secondo il Cardinale, la strumentalizzazione di questo passaggio del discorso del Papa “diventa materia per confondere e per denigrare il messaggio, e anche, lamentiamo, per insultare la persona”.
Il Cardinale ha affermato che le critiche non tengono conto del fatto che il Santo Padre chiedeva “che tutte le culture, non solo quelle indigene, si aprano a valori di altre culture, che entrino in dialogo, perché questo è il modo di arricchirsi pienamente”.
“Questo è il modo di conoscersi meglio ed è il modo di proiettare identità che non sono oggetto di ideologie passeggere ma identità che partono dalla propria vita”, ha detto monsignor Terrazas Sandoval.
Di fatto, il Papa nel suo discorso ha affermato che “le autentiche culture non sono chiuse in se stesse né pietrificate in un determinato momento della storia, ma sono aperte, più ancora, cercano l’incontro con altre culture, sperano di raggiungere l’universalità nell’incontro e nel dialogo con altre forme di vita e con gli elementi che possono portare ad una nuova sintesi nella quale si rispetti sempre la diversità delle espressioni e della loro realizzazione culturale concreta”.
“In ultima istanza – ha proseguito il Pontefice –, solo la verità unifica e la sua prova è l’amore. Per questo motivo Cristo, essendo realmente il Logos incarnato, ‘l’amore fino alla fine’, non è estraneo ad alcuna cultura né ad alcuna persona; al contrario, la risposta desiderata nel cuore delle culture è quella che dà ad esse la loro identità ultima, unendo l’umanità e rispettando contemporaneamente la ricchezza delle diversità, aprendo tutti alla crescita nella vera umanizzazione, nell’autentico progresso. Il Verbo di Dio, facendosi carne in Gesù Cristo, si fece anche storia e cultura”.

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