« Come io vi ho amato, cosi amatevi anche voi gli uni gli altri »
Sant’Agostino (354-430), vescovo d’Ippona (Africa del Nord) e dottore della Chiesa
Commento al vangelo di Giovanni, Omelia 65
« Come io vi ho amato, cosi amatevi anche voi gli uni gli altri »
« Vi do un comandamento nuovo: Che vi amiate a vicenda »… Lo chiama nuovo perché, spogliandoci dell’uomo vecchio, esso ci riveste del nuovo? Non un amore qualsiasi, infatti, rinnova l’uomo, ma l’amore che il Signore distingue da quello puramente umano aggiungendo: « come io ho amato voi »… « Le sue membra sono sollecite l’uno dell’altro; se soffre un membro, soffrono insieme le altre membra, se è onorato un membro, si rallegrano le altre membra » (1 Cor 12, 25-26). Esse infatti ascoltano e mettono in pratica l’insegnamento del Signore: « Vi do un comandamento nuovo: Che vi amiate a vicenda »; e non come si amano i corruttori, né come si amano gli uomini in quanto uomini, ma « in quanto dèi » (Gv 10,35) e figli tutti dell’Altissimo (Lc 6,35) per essere fratelli dell’unico Figlio suo, amandosi a vicenda di quell’amore con cui li ha amati egli stesso, che li vuol condurre a quel fine che li appagherà e dove ci sono i beni che potranno saziare tutti i loro desideri. Allora, ogni desiderio sarà soddisfatto, quando Dio sarà tutto in tutti (1Cor 15, 28)… Chi ama il prossimo di un amore sincero e santo, chi ama in lui se non Dio? Questo amore, che si distingue da ogni espressione di amore mondano, il Signore lo caratterizza aggiungendo: « come io ho amato voi ». Che cosa, infatti, se non Dio, egli ha amato in noi? Non perché già lo possedessimo, ma perché lo potessimo possedere; per condurci, come dicevo prima, là dove « Dio sarà tutto in tutti ». E’ in questo senso che giustamente si dice che il medico ama gli ammalati: cosa ama in essi, se non la salute che vuol ridonare, e non la malattia che vuole scacciare. « Come io ho amato voi, così voi amatevi a vicenda ». Per questo dunque ci ha amati, perché anche noi ci amiamo a vicenda.

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